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ASSOCIAZIONE DIPENDENTI DELLA BANCA TOSCANA COLLOCATI IN PENSIONE
BANCARI ESODATI E AGENZIA DELLE ENTRATE

Bancari esodati Sindacati e Abi bussano insieme alla porta del Fisco

In un articolo del Sole 24 Ore Plus di sabato 29 maggio 2021, a firma Vitaliano D’Angerio, il giornale milanese interviene sulla vicenda degli avvisi bonari inviati a fine aprile dall’ADE a 10mila persone, a seguito del ricalcolo delle imposte sugli importi erogati dal fondo di solidarietà di settore, effettuato dalla stessa agenzia in base alle regole del TFR.

Nell’articolo si dà notizia di una richiesta congiunta, indirizzata il 27 maggio dai sindacati bancari (Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Unisin Falcri-SilceaSinfub) e dall’Abi, l’associazione delle banche italiane, a Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate, e a Gabriella Di Michele, direttore generale dell’Inps, perché sia valutata l’adozione di un provvedimento generale - anche per una esigenza di uniformità sul territorio nazionale - di sospensione degli effetti degli avvisi bonari medesimi, in attesa di una revisione complessiva  della situazione.

La vicenda, com’è noto, è quella relativa agli 11mila bancari esodati che, per l’anno 2016, hanno ricevuto a fine aprile una raffica di avvisi bonari, in cui il Fisco chiedeva mediamente di pagare 2mila euro l’anno, per via del ricalcolo delle imposte effettuato in base al meccanismo che si applica al Tfr e che invece non è mai stato utilizzato per gli assegni di accompagnamento alla pensione, erogati dal Fondo straordinario per il personale del credito, istituito 20 anni fa e gestito dall’Inps.

La questione sta diventando urgente per la scadenza degli avvisi bonari: 30 giorni, che per alcuni destinatari sono già finiti. I sindacati bancari la settimana scorsa hanno già dato i loro suggerimenti sul tema. Il problema, è che gli uffici territoriali del Fisco hanno risposto in modo differente alle numerose richieste di sospensione dei termini arrivate dai bancari esodati: la sede di Parma si è detta disponibile a dare altri 30 giorni in attesa dei chiarimenti da Roma. Quella di Genova, invece, il 26 maggio ha respinto una richiesta analoga. Da qui la presa di posizione di sindacati e Abi, che pretendono una posizione uniforme da parte del Fisco sull’intero territorio nazionale.

Infine, dal punto di vista di chi scrive, gli avvisi dell’ADE rischiano di compromettere i futuri esodi dei bancari, che sono volontari. Ecco perché nella lettera a Ruffini e Di Michele si chiede di «restituire piena fiducia nell’ammortizzatore sociale di settore che ha consentito e continua a consentire la gestione socialmente sostenibile degli articolati processi di trasformazione delle banche senza oneri per la fiscalità generale».

Restano da verificare i risultati delle “indagini” che alcuni bancari stanno facendo sulle loro certificazioni (CU). Mettendo a confronto i documenti dal 2015 al 2017, alcuni hanno rilevato che mancano una X e una data nel CU del 2016, proprio quello che ha fatto scattare gli avvisi del Fisco, su indicazione dell’Inps che gestisce gli assegni. La data è quella dell’inizio dell’erogazione dell’assegno sotto la voce “Rapporto di lavoro”; e la X è quella della casella “In forza al 31/12”. Lì forse è il problema. Da Inps, interpellata più volte via mail e telefono, non è arrivata alcuna risposta.

(Alessandro Mammoli)