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ASSOCIAZIONE DIPENDENTI DELLA BANCA TOSCANA COLLOCATI IN PENSIONE
LA CAPPELLA BRANCACCI

 

 La Cappella Brancacci, famosa nel Mondo e soprattutto una delle più pregiate opere dove si ammira un Masaccio particolare, é il piccolo gioiello contenuto nella chiesa del Carmine che ora fa parte dei musei civici fiorentini ed è con il suo accesso a latere una cosa a parte nel complesso del Carmine e della bellissima chiesa dove sono sepolti personaggi importanti come lo  stesso Masaccio, Bicci di Lorenzo, Giulia Ammannati, Giovanni Balducci. La cappella saràora di nuovo  restaurata ma non chiuderà: da febbraio il pubblico potrà approfittare dei ponteggi necessari ai lavori per poter ammirare per la prima volta a distanza ravvicinata i capolavori di Masaccio e Masolino. Un’occasione unica per ‘guardare negli occhi’ i protagonisti degli affreschi, come Adamo ed Eva tentati dal serpente e poi cacciati dal Paradiso.
Il restauro della Cappella durerà un anno e i lavori fanno parte di un articolato programma di ricerca e di valorizzazione messo a punto da Comune, Soprintendenza, Cnr-Ispc di Firenze, Opificio di Pietra Dure e la Fondazione statunitense Friends of Florence, in compartecipazione con Jay Pritzker Foundation.
La Cappella è stata chiusa al pubblico a dicembre per consentire l’allestimento del ponteggio e riaprirà a febbraio: venerdì sabato e lunedì dalle ore 10.00 alle ore 17.00, e la domenica dalle ore 13: 00 alle ore 17:00, con obbligo di  prenotazione on line o tramite call center (secondo le modalità che saranno indicate sul sito cultura.comune.fi.it)
Il Sindaco Dario Nardella stesso ha presenziato l'inaugurazione palesando l'emozione  nel “Poter quasi toccare gli affreschi di solito visti solamente dal basso verso l’alto"  Nei prossimi mesi visitatori e turisti potranno approfittare di questa opportunità davvero unica. L’alternativa, ovvero chiudere la Cappella Brancacci per tutto il tempo del restauro sarebbe stato un grave danno, soprattutto dopo il prolungato periodo di lockdown . 
La Presidente dei Friend of Florence, Simonetta Brandolini d’Adda, sottolinea come Dan Pritzker della Jay Pritzker Foundation,  Janet e Jim Dicke II, Peter Fogliano e Hal Lester Foundation donatori di Friends of Florence da anni tutti sostenitori dei Friends of Florence abbiano reso possibile questo intervento, consapevoli dell’importanza che la Cappella Brancacci ha per la cultura fiorentina, italiana e internazionale. Naturalmente un impegno particolare da parte dell'Opicicio di Pietre Dure della Soprintendenza e del Cnr-Isp di Firenze daranno il loro essenziale apporto all'operazione che prevede anche una migliore conservazne del prezioso e bellissimo ciclo di affreschi.
 
Il restauro
 
L’ultimo restauro della Brancacci risale agli anni Ottanta e io personalmente mi ricordo allora di essere eccezionalmente salito sui ponteggi, non certo comodi e allestiti come quelli odierni, per assaporare oltre al restauro a quello che allora pareva un evento e cioè mettere a nudo l'Adamo ed Eva del Masaccio e quelli del Masolino coperti da foglie nel '600 periodo in cui ne nudità in periodo di controriforma parevano molto sconvenienti (basti pensare a Daniele da Volterra soprannominato poi Braghettone perche mise le "mutande" ai nudi della Cappella Sistina dipinti da Michelangelo). Nel novembre 2020 la Cappella è stata sottoposta a un primo monitoraggio che aveva messo in luce alcune criticità dal punto di vista della conservazione e la necessità di stabilizzare alcuni potenziali fenomeni di deterioramento presenti sul ciclo pittorico di Masolino, Masaccio e Filippino Lippi (distacchi dell’intonaco, localizzate perdite di coesione, depositi superficiali incoerenti) oltre che eseguire un generale controllo sulla stabilità dell’intero ciclo pittorico il cui ultimo restauro risale a oltre trenta anni fa.
Grazie all’attuale cantiere è oggi possibile svolgere una nuova campagna diagnostica, più approfondita ed esaustiva della precedente, con le più aggiornate tecniche e le migliori competenze disponibili sul panorama internazionale grazie alla collaborazione tra SABAP, CNR e OPD. Le tecniche utilizzate, completamente non-distruttive, consentiranno di conoscere approfonditamente i materiali utilizzati, le tecniche pittoriche e le fenomenologie di alterazione/degrado, informazioni indispensabili per una corretta pianificazione dell’intervento di restauro.
Allo stato attuale sono in corso indagini di imaging fotografico nelle varie bande dello spettro elettromagnetico, dal visibile all’infrarosso, in alta definizione e a luce radente, finalizzate a identificare le aree con anomalie altrimenti impercettibili ad una ispezione visiva. Le attività immediatamente successive sono mirate ad aumentare il livello di dettaglio conoscitivo sui particolari identificati nella fase diagnostica precedente. Il processo di approfondimento conoscitivo seguirà uno schema iterativo fino a quando tutto sarà chiaramente interpretato. La scheda risultante sullo stato di salute degli affreschi e dell’apparato murario della cappella che li ospita sarà la base per i controlli degli anni successivi.

Cenni storici
La Cappella si trova all’interno della Chiesa di Santa Maria del Carmine, di proprietà del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno, in concessione al Comune di Firenze in base al rogito “Guerri”. La Cappella fu fondata dalla famiglia Brancacci nel tardo Trecento; si deve al ricco mercante Felice Brancacci la commissione nel 1423 degli affreschi con le storie di San Pietro. Vi lavorano insieme Masolino e Masaccio ma a causa della partenza del primo per l’Ungheria e del secondo per Roma, nel 1427 gli affreschi rimangono incompiuti. In seguito all’esilio del Brancacci (1436), caduto in disgrazia per le sue simpatie antimedicee, i frati del convento fanno cancellare i ritratti di tutti i personaggi legati alla sua famiglia e nel 1460 intitolano la cappella alla Madonna del Popolo, inserendo la venerata tavola duecentesca. Soltanto negli anni 1481-1483 Filippino Lippi effettuerà il ripristino e il completamento delle scene mancanti. Scampata all’incendio che nel 1771 devasta l’interno della chiesa, la cappella è acquistata nel 1780 dai Riccardi, che rinnovano altare e pavimento. Gli affreschi, trascurati per tutto l’Ottocento, vengono sottoposti a spolveratura nel 1904; l’intervento di restauro effettuato negli anni ‘80 del Novecento ha finalmente permesso di recuperare le preziose superfici decorate.

 

 

Carlo Biancalani