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ASSOCIAZIONE DIPENDENTI DELLA BANCA TOSCANA COLLOCATI IN PENSIONE
La Pala d'Altare di Giovanni della Robbia

Riceviamo e, volentieri, Vi proponiamo una nuova pubblicazione del Direttore della Rivista Voce Nostra Carlo Biancalani, che sicuramente riscontrerà il gradimento di noi tutti. 

 

LA PALA D’ALTARE DI GIOVANNI DELLA ROBBIA

MADONNA COL BAMBINO E SANTI” DI SANTA CROCE

RESTAURATA GRAZIE A FRIENDS OF FLORENCE

Il 14 dicembre è stato presentato il restauro conservativo della pala in terracotta invetriata di Giovanni della Robbia che torna visibile nella cappella Pulci Berardi della Basilica di Santa Croce.

Un restauro veloce ma particolarmente accurato che ha visto i restauratori impegnarsi non solo nella pulitura ma anche nello studio, nel consolidamento, nel ripristino e in alcuni casi nel completamento con le tecniche ora a disposizione (puntinatura, rifacimento con resine movibili, ecc) della bellissima e pregiata robbiana.

 

La pala d’altare, raffigurante la Madonna col Bambino e santi, è databile agli anni Venti del Cinquecento e fu commissionata per il convento femminile domenicano di Santa Lucia di Camporeggi, posto vicino a San Marco, soppresso nel 1808. Un convento di fede savonaroliana, cui ben si adatta la scelta di un’opera di Giovanni della Robbia (Firenze 1469-1529), la cui famigliaera profondamente legata alla spiritualità del frate ferrarese.

In Santa Croce, dove pervenne nei primi anni dell’Ottocento, la pala fu collocata negli sguanci della finestra della cappella Pulci Berardi, nel transetto sinistro. Smontata e ricollocata sopra l’altare che venne avanzato, fu lambita da acqua mista a fango nel corso dell’alluvione del 1966. I segni del livello dell’Arno sono visibili ancora oggi sul retro della predella.

 

La pala è di notevoli dimensioni, altezza mt. 250 e larghezza mt. 1,82. La Madonna in trono è affiancata da angeli e santi: a sinistra Giovanni Evangelista, riconoscibile per l’aquila, stringe un calice da cui fuoriesce una serpe alata o drago, riferimento alla Legenda Aurea secondo la quale il santo bevve da una coppa avvelenata rimanendone illeso. A destra Maria Maddalena ha un vasetto di unguenti e il Libro, simbolo di conoscenza. Gli angeli della parte superiore sostengono una corona sopra la testa di Maria, e superiormente appare la colomba simbolo dello Spirito Santo.

I due piccoli angeli alle spalle di Giovanni e della Maddalena recano vasi in cui in origine probabilmente venivano inseriti fiori in stoffa o candele. Alla base del trono il testo riporta la prima parte dell’antifona mariana del Regina Caeli: “REGÍNA CAELI LAETÁRE, ALLELÚIA. QUIA QUEM MERÚISTI PORTÁRE, ALLELÚIA. RESURRÉXIT, SICUT DIXIT, ALLELÚIA. ORA PRO NOBIS DEUM, ALLELÚIA”.

La predella raffigura la Vergine annunciata e l’Angelo annunciante uniti da un vaso di fiori e i santi Domenico e Lucia, a sinistra e Tommaso d’Aquino e Caterina d’Alessandria, a destra.

Il restauro effettuato sotto la direzione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e leProvince di Prato e Pistoia è stato reso possibile grazie al contributo della Fondazione Friends of Florence che ha trovato egli sponsor californiani.  ...

Carlo White.