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ASSOCIAZIONE DIPENDENTI DELLA BANCA TOSCANA COLLOCATI IN PENSIONE
NASCITA DI UNA NAZIONE tra Guttuso Fontana e Schifano 16 MARZO 22 LUGLIO 2018

Il Direttore Responsabile della rivista Voce Nostra, Dr. Carlo Biancalani,  ci invita tutti a visitare la bellissima mostra d'arte contemporanea, della quale ne anticipiamo alcuni spunti,  in corso di svolgimento a Firenze, Palazzo Strozzi.

 

 

 

 

NASCITA DI UNA NAZIONE

Tra Guttuso, Fontana e Schifano Palazzo Strozzi 16 marzo – 22 luglio 2018

 

Una mostra che racconta una parte di storia contemporanea d’Italia, la parte forse più vicina e a volte incompresa o non amata perché distante dal conservatore ma tesa al futuro.

Una storia della quale siamo intrisi, per ricordi di giovani, adolescenti o bambini che in quel periodo eravamo.

Una mostra che ha l’importanza della memoria che non è solo guerra, campi di concentramento o foibe, ma è anche rinascita con valori spesso incompresi o sottaciuti ma comunque nostri, della società che ci circondava e della quale facevamo parte spesso come figli più che come genitori. Non vale la pena rinnegare quei tempi ma vale invece la pena analizzarli, capirli, accettarli e se del caso modellarli sempre a fin di bene per chi ci seguirà. Quello che la mostra racconta è, almeno in parte, la nostra storia.

 

Arturo Galansino, giovane e capacissimo direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi di Firenze, che appena quarantenne ha fatto di Strozzi in pochi anni uno dei luoghi espositivi più apprezzati d’Italia ma, soprattutto, ha portato a Firenze quello che a Firenze spetta di diritto “l’arte contemporanea” seppur spesso inframezzata da esposizioni, sempre e comunque magnifiche di altri periodi e tanto per citare: Pontormo e Rosso, Ai WeiWei, Bill Viola, da Kandinski a Pollock, tra Van Gogh, Chagall e Fontana, ha presentato anche quest’ultima mostra dando subito spazio alle autorità istituzionali e politiche e allo sponsor per poi passare la parola al curatore Luca Massimo Barbero, attualmente direttore del settore artistico della Fondazione Cini di Venezia e apprezzato critico d’arte.

 

Proprio Luca Massimo Barbero ha detto una cosa che mi è rimasta impressa circa questa mostra che nonostante gli ampi spazi, non può raccontare o dire tutto di questo nostro periodo. Troppe sono le connessioni fra Arte e Cultura, Società e Politica, troppe le connessioni e la ricerca che si è sviluppata in quel periodo ricco di nuovi elementi di comunicazione, cinema , televisione, musica, ecc. che ha reso l’Italia Leader mondiale della creatività e non solo.

 

Luca Massimo Barbero, quasi a scusarsi , ha detto che questa mostra è forse solo una piccola sintesi di un periodo ed ha citato il grande scultore Arturo Martini che in altra occasione ebbe a dire “E’ come voler friggere un uovo al tegamino sulla bocca di un vulcano”, non so se sono le parole esatte ma in sostanza è questo per far capire come sia stato difficile racchiudere in una sola mostra un periodo storico quale l’Italia non aveva da tempo e che ha influenzato quasi fino ad oggi la nostra storia e le nostre menti.

 

La mostra intende mettere a fuoco il rapporto tra l’arte e la cultura, la società e la politica italiana a partire dal secondo dopoguerra alla fine degli anni Sessanta: in particolare, tra “miracolo economico” (1958-1963) e Sessantotto.

 

Nascita di una Nazione intende descrivere la nascita di nuove concezioni artistiche e per fare questo procede per opere e figure emblematiche di quella che allora costituiva l’alterità delle ricerche di avanguardia, e che oggi (come sempre solo dopo) retrospettivamente rileggiamo come il territorio più fecondo ad aver tracciato una via italiana nella contemporaneità.

 

La mostra oltre ad opere di estrema importanza, dipinti, sculture, allestimenti, presenta molti video storici e da un senso reale ai nostri ricordi o all’immaginazione delle nuove generazioni.

 


Questa mostra comunica emozioni  in modo diverso a ciascuno di noi perché
fondamentalmente è un racconto per i giovani e i giovanissimi. La
narrazione ad altre generazioni di un periodo che non è stato da loro
vissuto ma, spesso, solo a volte raccontato dai genitori o dai nonni.
Con occhi molto personali e diversi - in questo anche per le
considerazioni artistiche - la mostra di rivolge invece alle generazioni
che in qualche modo hanno vissuto quel periodo! Non a caso l’inizio
della mostra, con l’enorme opera di  Guttuso  che rappresenta Garibaldi
e la sua guerra ma che in realtà mima altre guerre ben più vicine ed
evoca invece la migrazione di oltre due milioni di persone dal Sud alla
ricerca di lavoro e, spesso, sopravvivenza al Nord è stato affiancato da
bellissimi video prodotti dal mitico Istituto LUCE con Kennedy, Papa
Giovanni XIII, Carosello e anche l’alluvione di Firenze. Momenti
importanti che io, da ragazzo, ho vissuto solo marginalmente ma che per
molti di noi rappresentano pietre miliari della vita. Con questo spirito
è futile dire se la “cacca di autore” in scatola di Piero Manzoni è
arte, espressione o piuttosto provocazione d’epoca. Sempre citando
Arturo Martini che provocatore diceva: l’artista che scolpisce una
venere in marmo può con la stessa arte esprimersi scolpendo una mela.
Il mio è un invito e uno stimolo a visitare la mostra con serenità per
ricordare ma anche per rivedere le considerazioni che spesso abbiamo
costruito in noi stessi pregni di una cultura che giusta o sbagliata che
fosse era costruita su valori che spesso ora ci vengono negati.

Carlo Biancalani