PRESENTATO IN QUESTI GIORNI IL RESTAURO DEL CIBORIO
“CAPPELLA DEL CROCIFISSO” IN SAN MINIATO A MONTE
Premetto, prima della stesura di questo breve pezzo, che vivendo a Firenze non sono a conoscenza di molti restauri o eventi culturali in altri territori coperti dalla nostra associazione. Territori che, come l’Italia tutta, hanno una ricchezza artistica, antropologica e culturale in genere che ci fa spesso dimenticare anche i guai logistici o amministrativi che da abitanti sempre più spesso subiamo.
Invito quindi tutti coloro che ne hanno modo e voglia di comunicare con i mezzi a disposizione notizie sugli eventi di cui sono a conoscenza allo scopo di ampliare il panorama e arricchire le nostre menti con la cultura che sappiamo è ottima medicina per molti mali.
Anche questa volta Friends of Florence, mettendo insieme donazioni diverse hanno realizzato questo intervento di restauro. Quindi un plauso ai donatori e a Simonetta Brandolini d’Adda che presiede la Fondazione.
I lavori di restauro sono durati circa 14 mesi ed hanno interessato tutte le opere che si trovano nella magnifica edicola e per la precisione il Ciborio di Michelozzo (l’architetto che costruì per Medici Palazzo Medici Riccardi) e Luca Della Robbia, le aquile bronzee dell’Arte di Calimala di Maso di Bartolomeo e l’articolato Polittico di Agnolo Gaddi.
Una sensazione bellissima entrare ora in San Miniato a Monte e vedere nella penombra stagliarsi il grande ed elegantissimo ciborio con le sue luminescenze e con qualche raggio di luce che fa risplendere i fondi oro.
San Miniato a Monte è da sempre una fonte inesauribile di emozioni, vuoi per la sua antichità e per la sua storia fatta di apprezzamento e vicissitudini anche avverse.
Quest’anno San Miniato che appartiene all’ordine dei Benedettini Olivetani (la Casa Madre è a Monte Oliveto Maggiore vicino a Buonconvento in provincia di Siena) commemora i ben mille anni dalla nascita (1018-2018) quando il vescovo fiorentino Idelbrando il 27 aprile del 1018 rintracciate fra le macerie della chiesa carolongia precedente recuperò le reliquie del protomartire Miniato e le fece collocare in un altare.
Il Ciborio restaurato rientra in una serie di interventi che quest’anno trovano il loro compimento.
L’Arte di Calimala, la potente corporazione fiorentina che riuniva i mercanti, ebbe un ruolo fondamentale nell’amministrazione del complesso monastico di San Miniato fino alla soppressione del 1770 quando dai Lorena fu avviata la soppressione delle arti di origine medioevale che vennero sostituite dalla Camera di Commercio. Lo stemma dell’Arte, raffigurante un’aquila dorata che tiene con gli artigli un torsello (ndr balla tela o lino arrotolato) in campo rosso, domina la cuspide della facciata della chiesa di San Miniato così come il Ciborio.
Il Ciborio venne costruito anche per ospitare il miracoloso Crocifisso, dipinto da San Giovanni Gualberto (fondatore dell’ordine dei Vallombrosani), e Piero dei Medici si rese disponibile nel 1447 a finanziare la costruzione dando incarico all’architetto Michelozzo del progetto.
Il crocifisso nel 1671 fu trasferito in Santa Trinita che è sotto giurisdizione Vallombrosana.
Non mi dilungo nel racconto dei restauri e propongo invece qualche foto fatta per l’occasione.
Carlo Biancalani
Per chi è interessato segnaliamo il sito www.sanminiatoalmonte.it dove si trovano gli innumerevoli eventi per i festeggiamenti dei 1000 anni di san Miniato al Monte.