Questo sito si avvale di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Premendo il pulsante di accettazione acconsenti all’uso dei cookie.
ASSOCIAZIONE DIPENDENTI DELLA BANCA TOSCANA COLLOCATI IN PENSIONE
IL POLO MUSEALE DELLA TOSCANA

 

 

Una mappa degli organizzatori e dei personaggi

 

Il Polo museale della Toscana, istituito nel 2014 e diretto da Stefano Casciu, gestisce, tutela e valorizza quarantanove luoghi della cultura di proprietà statale, alcuni dei quali inseriti nella lista Patrimonio mondiale dell‘Umanità dell’Unesco. Presente su tutto il territorio regionale nelle province di Arezzo, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Pisa, Pistoia, Prato, Siena, coordina una rete museale vasta, diffusa e capillare straordinaria per ricchezza e densità del patrimonio, espressivo delle principali civiltà e dominazioni, correnti artistiche e culturali, che attraverso i secoli testimoniano la lunga storia della Toscana. Musei e aree archeologiche, pinacoteche, cenacoli, ville medicee, parchi e giardini storici, fortezze, case-museo, edifici di destinazione religiosa, compongono un intenso racconto corale valorizzando la ricchezza del patrimonio culturale trasversale presente sia nei grandi musei sia nelle eccellenze meno conosciute, ma non meno importanti, distribuite tra le città d’arte e i preziosi borghi della provincia.

 

Friends of Florence è una Fondazione non-profit Internazionale, che nasce nel 1998 negli Stati Uniti costituita da persone di tutto il mondo che si dedicano a preservare e a valorizzare l’integrità culturale e storica delle arti a Firenze e in Toscana e fornisce sostegno finanziario direttamente ai laboratori di restauro della città per rinnovare, salvaguardare e rendere disponibile al pubblico una vasta gamma di opere d’arte: dipinti, sculture, elementi architettonici e collezioni di oggetti più piccoli. La fondatrice e Presidente è Simonetta Brandolini d’Adda.

 

 

 

Dal 1998 Friends of Florence è fra le principali fonti di finanziamento dei tanti laboratori di restauro

e dei professionisti qualificati che in città lavorano per garantire la sopravvivenza dell’arte e dell’architettura a Firenze e in Toscana. La Fondazione è impegnata a sostenere la salvaguardia

e la conservazione del patrimonio artistico e culturale delle opere d'arte a Firenze ed in Toscana

e, per fare ciò, ha sviluppato negli anni collaborazioni stabili e continuative con enti pubblici e privati che operano in ambito artistico.

La scelta dei progetti di restauro avviene con il supporto di esperti e storici dell’arte di fama

internazionale che, riuniti in un Comitato tecnico, seleziona quei progetti che saranno finanziati. In

questo modo molte opere artistiche e architettoniche possono essere restaurate, tutelate e finalmente rese visibili al pubblico. In moltissimi casi la Fondazione continua a mantenere i progetti restaurati per anni dopo il completamento del lavoro.

Ogni progetto di restauro è seguito dalla produzione e dalla realizzazione di libri o di materiale

multimediale come: DVD, CD Rom contenenti la storia, le immagini, le interviste a studiosi e restauratori e la documentazione delle fasi del restauro dell’opera in questione.

La Fondazione, pur utilizzando al meglio queste tecnologie, promuove con le Università, le scuole,

le associazioni culturali e i circoli privati, conferenze e incontri a tema. Durante l’anno organizza

diversi programmi con storici e donatori per studiare artisti o temi particolari. Negli ultimi anni

questi programmi sono stati organizzati anche per musei e istituti internazionali come il Chicago

Art Institute e The Aspen Institute.

 

La formazione del MAF Museo Archeologico Nazionale di Firenze, uno dei più antichi in Italia, diretto ora da Mario Iozzo,   risale al 1870, quando con “regio decreto” fu istituito nel cd. “Cenacolo di Foligno”, in via Faenza, con le collezioni del Museo Etrusco, che comprendeva anche le antichità greche e romane ereditate delle collezioni medicee e lorenesi.

 

 

 

Nella stessa sede di via Faenza era già stato allestito, nel 1855, il Museo Egizio, secondo in Italia solo a quello di Torino, che comprendeva alcune antichità già presenti dal XVIII secolo nelle collezioni medicee, ma ampiamente incrementato per merito del Granduca di Toscana Leopoldo II, che finanziò insieme a Carlo X, re di Francia una spedizione scientifica in Egitto, diretta da Jean-

François Champollion, il decifratore dei geroglifici, e dal pisano Ippolito Rosellini. I numerosi oggetti raccolti durante il viaggio, sia eseguendo scavi, sia acquistando reperti da mercanti locali, furono equamente suddivisi al ritorno tra il Louvre di Parigi e Firenze.

L’incremento delle collezioni rese presto inadeguati i locali di via Faenza e nel 1880 il Museo Archeologico fu collocato nella sede attuale del Palazzo della Crocetta, seguito dal Museo Egizio nel 1883. Qui giunsero, tra il 1890 e il 1898, alcuni dei grandi bronzi etruschi, greci e romani e numerosi bronzetti greci e romani delle collezioni medicee e lorenesi conservati agli Uffizi, oltre alla raccolta numismatica (1895) e a quella glittica (1898).

 

Nel cortile del palazzo furono allestiti i resti dei monumenti romani venuti alla luce nel corso dei lavori di ristrutturazione effettuati nel centro di Firenze alla fine del XIX secolo.

Da Luigi Adriano Milani fu inaugurata la sezione topografica etrusca, che nello spazio di diciassette sale illustrava la storia degli Etruschi attraverso i materiali raccolti nel corso degli scavi condotti nel territorio dell’antica Etruria; nel Giardino storico, aperto al pubblico nel 1902, furono ricostruite con i materiali originali alcune tombe monumentali, per documentare i principali tipi architettonici funerari impiegati dagli Etruschi. L’alluvione del 1966 ha completamente distrutto il Museo Topografico e attualmente più di centomila oggetti di straordinario valore sono depositati nei magazzini e per mancanza di adeguati spazi espositivi sono fruibili al pubblico solo in occasione di mostre temporanee.