Per uno storico dell’arte questa mostra è un sogno che si avvera” - afferma Arturo Galansino, Direttore di Palazzo Strozzi - “Realizzare la prima rassegna su Andrea del Verrocchio, padre nobile del Rinascimento, rappresenta un’impresa unica e ambiziosa, resa possibile grazie alla collaborazione con i Musei del Bargello e agli eccezionali prestiti provenienti da musei di tutto il mondo. Abbiamo lavorato per oltre quattro anni per portare a Palazzo Strozzi questa grande esposizione che, presentando l’attività multiforme di Verrocchio e della sua bottega, indaga al contempo gli esordi del genio di Leonardo da Vinci, proprio nell’anno in cui Firenze e la Toscana diventano luoghi simbolo delle celebrazioni internazionali a lui dedicate. Con questa mostra Palazzo Strozzi consolida il suo ruolo di centro espositivo leader in Italia, in grado di creare valore per la città di Firenze e per il suo territorio”. La mostra è promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e dai Musei del Bargello con la collaborazione della National Gallery of Art di Washington DC (che sarà la seconda sede dell’esposizione dal 29 settembre 2019 al 2 febbraio 2020).
Un’occasione unica per vedere a confronto capolavori di autori contemporanei e discepoli del Verrocchio come Desiderio da Settignano, Domenico del Ghirlandaio, Lorenzo di Credi, Pietro Perugino, Sandro Botticelli e altri ancora fra i quali, non certo ultimo, Leonardo da Vinci che di Verrocchio fu discepolo e del quale nel 2019 si commemora il cinquecentesimo anniversario della morte.
Il legame instauratosi tra il giovane Leonardo e il rinomato pittore e scultore fiorentino Andrea di Michele di Francesco di Cione, detto Verrocchio nasce e matura grazie al padre dello stesso Leonardo: infatti, secondo le parole del Vasari, fu proprio ser Piero, notaio di discreta importanza, a mostrare dei disegni del figlio al celebre maestro, il quale decise di accogliere Leonardo come apprendista presso la propria bottega a Firenze a partire dal 1462, avendo percepito in quei disegni uno straordinario talento.
Nell’ambito della mostra di “Strozzi” sarà esposta una delle opere più ammirate di Andrea del Verrocchio. Si tratta del celebre bronzo, raffigurante un fanciullo alato che, in bilico su una calotta sferica, stringe tra le braccia un pesce guizzante.
Un’occasione unica per vedere a confronto capolavori di autori contemporanei e discepoli del Verrocchio come Desiderio da Settignano, Domenico del Ghirlandaio, Lorenzo di Credi, Pietro Perugino, Sandro Botticelli e altri ancora fra i quali, non certo ultimo, Leonardo da Vinci che di Verrocchio fu discepolo e del quale nel 2019 si commemora il cinquecentesimo anniversario della morte.
Il legame instauratosi tra il giovane Leonardo e il rinomato pittore e scultore fiorentino Andrea di Michele di Francesco di Cione, detto Verrocchio nasce e matura grazie al padre dello stesso Leonardo: infatti, secondo le parole del Vasari, fu proprio ser Piero, notaio di discreta importanza, a mostrare dei disegni del figlio al celebre maestro, il quale decise di accogliere Leonardo come apprendista presso la propria bottega a Firenze a partire dal 1462, avendo percepito in quei disegni uno straordinario talento.
Nell’ambito della mostra di “Strozzi” sarà esposta una delle opere più ammirate di Andrea del Verrocchio. Si tratta del celebre bronzo, raffigurante un fanciullo alato che, in bilico su una calotta sferica, stringe tra le braccia un pesce guizzante.
L’opera era stata realizzata, secondo le fonti, per la villa medicea di Careggi su commissione di Lorenzo de’ Medici.
Nel 1557 Cosimo I fece trasferire il Putto in Palazzo Vecchio quale coronamento della fontana in marmo e porfido che abbellisce tutt’ora il primo cortile del palazzo.
Il Putto rimase lì per 4 secoli, fino a quando, nel 1959, visti i danni subiti, dovuti agli agenti atmosferici, oltre che allo zampillo ininterrotto dell’acqua che usciva dalla bocca del pesce e che provocò un accumulo di calcare, ne venne deciso il trasferimento all’interno e la sostituzione con una copia.
Ora il Putto è in fase finale di restauro, grazie al sostegno della fondazione “Friends of Florence”, in particolare di due donatori: Ellen e James Morton, e sarà pronto a tornare al passato splendore per essere ammirato alla Mostra in allestimento a Palazzo Strozzi che verrà poi ripresentata anche a Washington DC.
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Carlo Biancalani
PS
Ricordo che al Museo Del Bargello c’é una commovente sezione della mostra che si incentra sull’originale dell’”Incredulità di San Tommaso “ (opera collocata in una delle nicchie di Orsanmichele ricoverata all’interno e sostituita con una copia);
L’opera viene messa a confronto con i panneggi e i volti di artisti allievi o che dal Verrocchio hanno preso spunto ...era di allievi o artisti☝