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La tavola quattrocentesca con Sant’Antonio Abate torna nella basilica di San Lorenzo

 

La tavola quattrocentesca con Sant’Antonio Abate torna nella basilica di San Lorenzo

 

Dopo un accurato restauro la tavola quattrocentesca con Sant’Antonio Abate torna nella basilica di San Lorenzo. Il restauro ha fornito l’occasione di analisi e ricerche ed è stato reso possibile grazie al contributo dei Friends of Florence. La Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, ha seguito i lavori avvalendosi della direzione della dott.ssa Monica Bietti. 

Simonetta Brandolini d’Adda, presidente dei Friends of Florence, ha espresso il suo vivo compiacimento per il lavoro fatto sottolineando come il compito della fondazione sia proprio quello di collaborare con le istituzioni e i professionisti per consentire alle generazioni presenti e future di fruire di questo patrimonio e crescere nei valori della cultura occidentale.  I problemi principali, che hanno convinto ad un tempestivo intervento sull’opera, consistevano in un vistoso attacco di insetti del legno, dimostrato dai numerosi fori di uscita presenti sulla superficie dipinta e l’estrema fragilità della pellicola pittorica che si era sollevata in una serie di bolle e crestine diffuse su tutta la superficie. Oltre a questi problemi, strettamente conservativi, la pregevole pala d’altare ne presentava anche altri di ordine estetico, legati alle incaute puliture del passato, che avevano impoverito la pittura, soprattutto per ciò che riguarda la figura di San Leonardo sulla sinistra.

Nell’ambito dell’intervento conservativo è stato anche eseguito il recupero della grande cornice all’antica, pesantemente ridipinta di colore grigio per imitare l’architettura della chiesa in pietra serena. La complessa pulitura ha permesso di recuperare la decorazione sottostante, frammentaria ma preziosa, a base di azzurrite e foglia d’oro zecchino, che è stata quindi completata con gli stessi materiali, per riconsegnare l’opera alla cappella in tutta la sua importanza di pala rinascimentale. L’opera e l’artista E’ qui raffigurato sant’Antonio Abate in trono tra San Leonardo, nelle sembianze di un giovane diacono che regge le tenaglie che liberavano dalle manette i carcerati e San Giuliano ospitaliere, in veste di cavaliere con la spada. Storie dei tre santi si leggono nella predella con Sant’Antonio scappa dalla tentazione del monte  d’oro al centro, San Leonardo che libera i carcerati a sinistra e San Giuliano che uccide per sbaglio i    genitori a destra.

 

L’opera è da ricondursi nel catalogo del cosiddetto Maestro del Tondo Borghese, che prende il nome da un tondo con la Sacra Famiglia della Galleria Borghese di Roma. Varie ipotesi sono state avanzate per identificare l’ignoto pittore, ma nessuna risulta del tutto convincente. Attivo fra Quattro e Cinquecento, a Firenze e forse in Romagna - dove lascia opere a Bagno di Romagna - il pittore rivela una cifra stilistica che sembra indicare una frequentazione dell’ambito dei Ghirlandaio e dei Rosselli.  Lavorò in chiese e conventi di Firenze e della sua periferia, interprete di un filone essenzialmente devoto. La sua maniera è assai ripetitiva, quasi del tutto esente da scarti stilistici, che non rendono facile l’inquadramento cronologico delle sue opere. Nella tavola di San Lorenzo, tuttavia, i modi legnosi, incisi, asciutti del Maestro, acquistano una qualità inusitata, una morbidezza e un agio compositivo che evocano lo stile di Domenico Ghirlandaio e inducono a ipotizzare una collaborazione con quest’ultimo, alla cui bottega la pala era in passato attribuita. Tale collaborazione non presuppone necessariamente un’appartenenza del pittore alla bottega, tuttavia tangenze con l’atelier ghirlandaiesco sono frequenti nella sua intera attività. La tavola è attualmente collocata nella cappella Da Fortuna proprio di fronte alle cappelle con la pregevole Annunciazione di Filippo Lippi.

Questo restauro è solo un appiglio per richiamare l’attenzione sulla basilica che oltre al culto rappresenta un armonioso contenitore di opere, in gran parte commissionate dalla famiglia de’ Medici e dalla loro cerchia. Affreschi, tavole e dipinti, statue e bronzi e marmi, opere architettoniche di artisti che hanno fatto grande storia la storia dell’arte italiana nel mondo sono qui presenti: Donatello, Rosso Fiorentino, Filippo Lippi, Rossellino, Ghirlandaio, Desiderio da Settignano e tanti ancora.

Carlo White.