Questo sito si avvale di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Premendo il pulsante di accettazione acconsenti all’uso dei cookie.
ASSOCIAZIONE DIPENDENTI DELLA BANCA TOSCANA COLLOCATI IN PENSIONE
DUE MOSTRE DA VISITARE

DUE MOSTRE DA VISITARE

 

Ci sono spesso a Firenze artisti contemporanei che lasciano il segno. Immersi come siamo nell'arte suprema del passato che ci circonda succede di rado che dedichiamo anche solo uno sguardo di pura curiosità alle opere che non seguono in qualche modo i modi della nostra tradizione.

                                                          

 

Invece forse proprio noi dovremmo ricordarci che stili ormai affermati sono riusciti a conquistarci e si sono inseriti nel nostro concetto di arte del bello spesso solo grazie al coraggio di grandi artisti di incamminarsi per nuove strade sostenuti  da grandi committenti, da "Signori”, ossia governanti di patrimoni, di stati o esponenti religiosi.

 

Pare strano ma l’Arte, anche quella “povera”, è cortigiana del potere, della ricchezza o di entrambi.

 

      

 

Oggi la divulgazione mediatica rappresenta il vero fulcro e potere della notorietà artistica e spesso l’accelera: ricchezza e comunicazione sono un matrimonio vincente.

 

A differenza del passato, tuttavia, questa unione non riesce a creare quella certezza che prima l’arte ci forniva.

 

Si pensi a quanto erano lente e sconvolgenti le innovazioni artistiche dei secoli corsi e quanto effimere e veloci sono quelle attuali! È come se anche l’Arte fosse un oggetto di puro consumo e anch’essa dovesse correre- purtroppo - senza avere una meta certa.

 

                                                

 

Come possiamo comunque restare indifferenti agli sforzi di artisti che tanto lavorano per comunicare concetti spesso fondamentali e impegnano le loro energie e le loro risorse per affermare la loro “Arte” ?

                                                                                                    

 

Queste poche parole sono un invito a visitare, prima che si spostino altrove, due delle tante mostre o allestimenti che la città di Firenze offre ai suoi visitatori.

 

La prima, "ESSERE", è agli Uffizi e termina il 26 maggio. La mostra riunisce alcune opere di Antony Gormley, realizzate in diversi materiali e dimensioni, che esplorano il corpo nello spazio e il corpo come spazio.

L’esposizione si interseca con le opere della Galleria, la più nota delle quali è l’uomo sul parapetto della terrazza posta sopra la Loggia dei Lanzi.

Al centro della mostra il dialogo in atto tra Passage e Room, due sculture realizzate a trentacinque anni di distanza l’una dall’altra. Entrambe affrontano la questione dello spazio del corpo: Passage (2016) è un tunnel in acciaio Cor-Ten dalla forma umana lungo 12 metri che potrà essere percorso dai visitatori; e Room (1980) – una serie di abiti dell’artista tagliati in un nastro continuo largo 8 millimetri che definisce un recinto quadrato di 6 metri per 6, non accessibile al pubblico. Tante altre sono le opere esposte e le sensazioni sono notevoli, specie se riusciamo a liberaci dagli schemi che ci circondano per entrare in un nuovo ma non meno importante dialogo con l’arte.

 

La seconda, ospitata nello spazio dell’Andito degli Angiolini di Palazzo Pitti, è "What I Saw on the Road", di Kiki Smith, prima mostra monografica in Italia dedicata a questa artista statunitense nella cornice di un’istituzione pubblica. La mostra riunisce una quarantina di opere che offrono un quadro esaustivo della produzione dell'artista nel corso degli ultimi vent’ anni, tra coloratissimi arazzi in cotone jaquard, fragili sculture in bronzo, argento e legnoe opere su carta.

La comunicazione dell’artista in questo periodo si è spostata dal  proprio corpo agli altri, la sua riflessione si è allargata invece a considerare in maniera più articolata ciò che accade fuori dal corpo: What I saw on the road (quello che ho visto sulla strada). E' ciò che capita di osservare e interagisce con la nostra esistenza se si presta attenzione e si considera con sguardo poetico il rapporto tra corpo e mondo e tra uomo, natura e cosmo. Un’artista che si presenta con opere che personalmente considero “eleganti”.

La mostra chiuderà il 2 giugno.

CB