AI PIEDI DEGLI DEI
L’arte della calzatura tra Antica Roma, Cinema Colossal e Moda Contemporanea
Palazzo Pitti Galleria del Costume fino al 19 aprile 2020
Dopo “Animalia” la bellissima mostra dell’inizio del 2019 una nuova esposizione viene ora presentata alla Galleria del Costume nell’ambito museale di Palazzo Pitti a Firenze.
Il titolo è particolarmente evocativo “Ai piedi degli dei” e ci narra l’importanza dell’abito per i piedi dal mondo classico fino ad oggi.
La scarpa - vestito del piede - non è solo un accessorio utile per proteggere la struttura anatomica posta all'estremità del corpo umano ma riveste tutt’ora una grande importanza per l’ormai indispensabile utilizzo e non di meno per testimoniare una connotazione sociale.
Mi sovvengono spesso le parole della nonna che diceva “guardagli le scarpe e capirai che tipo é”.
La mostra da poco iniziata a Palazzo Pitti e si protrarrà fino a Pasqua 2020, ci presenta la storia di come venivano vestiti i piedi in Occidente dai tempi antichi ai giorni nostri.
Non dimentichiamo di precisare che il “calzolaio” fin dall’antichità era un artigiano particolarmente considerato. Platone, ad esempio, non esitava a definire l’arte del calzolaio una vera e propria scienza. Con la sua foggia o i suoi colori, questo indumento raccontava tutto della persona che le indossava: il sesso, la condizione economica, la posizione sociale e il lavoro e Cicerone usa l’espressione “mutavit calceos” per far presente il mutato ruolo sociale di un personaggio che divenuto senatore vestiva scarpe diverse da quelle dei patrizi.
Pensiamo anche alle scarpe di cui erano dotati i soldati romani, spesso chiodate per evitare il consumo della suola e per affrontare meglio il terreno.
Una particolare testimonianza viene presentata grazie ad alcuni ben conservati esemplari di calzature antichissime ritrovate a Vindolandia nell’Inghilterra del Nord. Quasi 7000 scarpe usate, di soldati romani, di autorità locali ed altro, buttate perché usurate in una cava di torba che per la sua proprietà di essere anaerobica le ha perfettamente conservate fino alla loro recente scoperta.
Grazie anche ad altri prestiti di importanti musei internazionali come il Louvre o il British Museum si vedranno a confronto le testimonianze di calzature attiche e romane a diretto confronto di scarpe messe a disposizione di stilisti come Genny, Céline, Richard Tyler, Donna Karan e tante altre griffe italiane e straniere come ad esempio Ferragamo, Pucci, Yves Saint Laurent ma si avranno modo di ammirare anche nei dipinti esposti calzature di varie epoche.
Nell’augurare che molti nostri colleghi abbiano l’opportunità di vedere questa mostra nella prossima visita a Palazzo Pitti termino ricordando come la favola di Cenerentola non avrebbe senso se non ci fosse la preziosa scarpetta.
Carlo Biancalani